Almeno come nome, tutti conoscono il “botulino”, tanto che ormai, quello che nasce e rimane il nome commerciale di un prodotto, botox, è diventato un nome comune, come accaduto all’aspirina.
Il vero nome del composto è tossina botulinica, proprio perché si tratta di una proteina prodotta da un batterio, chiamato Clostridium botulinum, responsabile di una pericolosa tossinfezione, legata soprattutto alla preparazione domestica di conserve alimentari.
Questa particolare sostanza è in grado di interagire con la conduzione nervosa, portando ad un rilassamento controllato del muscolo.
In virtù di questo particolare meccanismo d’azione, ormai da diversi anni, la tossina botulinica trova impiego in campo medico tradizionale nel trattamento di numerose patologie ed è considerato un farmaco estremamente sicuro.
In medicina estetica, in particolare, viene utilizzata con successo come trattamento per la distensione delle rughe del volto, del collo, ridefinizione della linea mandibolare e dell’iperidrosi, ovvero l’eccessiva sudorazione.
Tale uso è stato approvato dal Ministero della Salute italiano nel 2004, limitatamente al tipo “A” (il tipo di tossina deriva dal ceppo batterico che l’ha prodotta). Dal punto di vista commerciale, 3 sono i prodotti attualmente disponibili.
Previa un accurato studio del singolo caso, la procedura viene condotta generalmente in tempi rapidi e senza il ricorso all’anestesia, con immediato ritorno alla vita sociale.
La comparsa dell’effetto distensivo delle rughe è graduale, nell’ordine di alcuni giorni e la durata di circa 6 mesi. La ripetizione del trattamento consente di allungare progressivamente il tempo tra le sedute. Il fatto che si tratti comunque di un trattamento “a tempo” non è necessariamente uno svantaggio ma, al contrario un vantaggio, in quanto permette di controllare meglio i risultati e di effettuare negli anni dei trattamenti mirati e adeguati al fisiologico invecchiamento.
Affidandosi a professionisti qualificati, comunque, il risultato è quello di un viso naturalmente rilassato. Viene così evitato il noto effetto “ghiacciato”, immobile, inespressivo e, quindi, innaturale .
Per quanto riguarda, invece, l’utilizzo nel trattamento dell’iperidrosi, i risultati sono ancora più prolungati: la sudorazione ascellare viene ridotta anche fino a un periodo di 8-9 mesi.
Più recentemente, grazie agli studi presentati da Woffles Wu e successivamente da sempre più numerosi colleghi, la tossina botulinica si è inserita nel solco del “minimamente invasivo” ampliando enormemente i suoi campi di applicazione. La tecnica in questione è denominata microbotox. La procedura prevede una diluizione della tossina decisamente maggiore della tecnica standard, con soluzione fisiologica ed eventualmente lidocaina; una volta ricostituito il farmaco, la soluzione ottenuta viene infiltrata con micropunturine superficiali , intradermicche, distanziate circa 1 cm l’una dall’altra con degli aghi piccolissimi.
Lo scopo non è bloccare il muscolo, ma intervenire sulle fibre superficiali che sono responsabili delle rughe.
Inoltre , concentrando l’azione a livello superficiale, dermico, si ottiene anche una stimolazione fibroblastica, nonché una regolazione sugli annessi cutanei come le ghiandole sebacee e sudoripare.
Con questo trattamento è possibile ridurre la micro rugosità della cute, ridefinire la linea mandibolare e quindi l’ovale, ridurre le rughe del collo sia quelle verticali che quelle orizzontali, regolare la secrezione di sebo con conseguente riduzione dell’acne e dei pori dilatati, migliorare la rosacea,couperose, cicatrici e cheloidi.